Il momento in cui un bambino si approccia a iniziare un trattamento logopedico è molto delicato e quindi va attenzionato: in questa fase il logopedista, dopo aver effettuato la valutazione, deve mettere in atto il suo programma riabilitativo che deve essere basato anche sull’ alleanza terapeutica logopedista-paziente-famiglia.
L’importanza della relazione con il bambino
Instaurare una relazione con un bambino piccolo non è così semplice, soprattutto se quest’ultimo presenta problemi di linguaggio e di comunicazione.
In questi casi considero l’atteggiamento empatico del logopedista fondamentale per far sì che la terapia logopedica diventi un’occasione di gioco e di divertimento attraverso cui costruire la relazione di fiducia, senza la quale nessun trattamento sarebbe possibile.
Il gioco come strumento di apprendimento
Attraverso il gioco il bambino impara, compito del logopedista è fare in modo che dietro ad ogni gioco proposto siano presenti un’attenta analisi delle funzioni da stimolare e l’obiettivo da raggiungere.
Il gioco va dunque misurato e bilanciato in base all’ obiettivo terapeutico.
Durante le mie sedute gioco con il bambino, propongo l’uso di materiali coinvolgenti e stimolanti, utilizziamo il canto per lavorare sui suoni delle parole, sull’ ampliamento del lessico, sulla costruzione di frasi e sul racconto e, non meno importante, ci divertiamo insieme: se il bambino si diverte è più coinvolto, più motivato, più disponibile alla relazione con la terapista e dunque all’apprendimento.
La relazione con i genitori
Una buona alleanza terapeutica si stabilisce non solo con il piccolo paziente, ma anche con la sua famiglia.
L’esperienza mi porta a considerare la collaborazione con la famiglia un vero e proprio fattore terapeutico di estrema rilevanza.
Reputo fondamentale che i genitori si sentano accolti fin dal primo colloquio e che affrontino con serenità il percorso logopedico del loro figlio, perché alla serenità dei genitori corrisponde la tranquillità del bambino.
La famiglia ha dunque un ruolo fondamentale nel percorso riabilitativo. Tale percorso, però, non deve essere inteso come un “affidare” il proprio bambino al logopedista perché ne risolva le difficoltà.
E’ importante che i genitori incoraggino, seguano e sostengano il proprio figlio supportandolo nel percorso intrapreso, cercando di mettere in atto i consigli che il logopedista darà loro.
Gli elementi chiave per il successo terapeutico
Dopo anni di esperienza posso affermare che fiducia, stima ed empatia sono fattori necessari per il successo terapeutico ed elementi determinanti su cui costruire prima di tutto una buona alleanza con adulti e bambini.
Questo unito naturalmente alle competenze comunicative e relazionali del logopedista e alla sua capacità di porre al centro la cura del suo piccolo paziente nel rispetto della sua unicità.
Lucia Gulino