Cari mamma e papà,
voglio tranquillizzarvi: la gelosia di vostro figlio nei confronti del fratellino è normale!
La gelosia è un’emozione fisiologica e come tale è importante darle la possibilità di essere vissuta ed espressa, sta raccontando la paura di vostro figlio di perdere il proprio oggetto d’amore esclusivo, ovvero la paura di perdere la mamma e il papà che erano solo suoi, così come il loro spazio mentale e fisico nonché le attenzioni che riceveva che erano esclusive (in questo articolo parlerò al maschile, ma solo perché la lingua italiana prevede il maschile per indicare il gruppo, pur riferendomi ovviamente a figlio e figlia senza distinzione di sesso). In fondo pensate alla vostra possibile reazione e ai sentimenti che provereste se un giorno vostro marito vi dicesse: “cara tra qualche giorno arriverà un’altra donna in casa ma ti assicuro che non cambierà niente, che avremo i nostri spazi e che ci sarà amore per tutti” …uhm… messa così forse è possibile capire meglio la gelosia provata da vostro figlio.
Ci tengo a sottolineare che voi genitori avete un ruolo importante. Ebbene sì, più accetterete la gelosia nel vostro nuovo entourage familiare come espressione di un disagio interiore, più potrete dare a vostro figlio la possibilità di essere al contempo un fratello amorevole che vuole bene al fratellino, nonostante provi anche gelosia nei suoi confronti, l’uno non esclude l’altro.
Ora pensiamo a come poter comunicare l’arrivo del fratellino: più il primogenito è piccolo e più si può aspettare nel comunicarlo, generalmente è sempre opportuno aspettare almeno il quarto mese di gravidanza, si spiegherà con parole semplici che nella pancia della mamma sta crescendo un bambino e può essere molto utile farsi supportare dai tanti libri illustrati per bambini che trattano la tematica specifica. Per fargli comprendere ulteriormente cosa accadrà in modo realistico, si possono rispolverare le fotografie o i video di quando era piccolo in modo da rimandargli che anche lui ha già vissuto quanto vedrà vivere dal fratellino.
Per favorire l’instaurarsi di un legame fraterno, può essere molto utile, coinvolgere il primogenito nella scelta del nome, del corredino o nella sistemazione della cameretta, specie se condivisa da ora in avanti con il fratellino, così come farsi accompagnare alle visite di controllo in modo da fargli sentire battere il cuoricino e soprattutto fargli vivere l’esperienza sensoriale di toccare il pancione della mamma, parlare con il fratellino, sentirlo scalciare e tutto ciò anche per permettergli di dare voce a quei dubbi e quelle domande che riecheggiano dentro di lui relative alla gravidanza o alla nascita. È altrettanto importante spiegare, qualche tempo prima la presunta data del parto, cosa succederà quando la mamma andrà in ospedale, anche perché spesso questo momento coincide con la prima separazione dalla mamma e pertanto è indispensabile rassicurarlo che temporaneamente starà con il papà e magari anche con i nonni o gli zii e che dopo qualche giorno anche la mamma farà ritorno a casa con il fratellino.
E quando arriva il grande giorno, il famoso fiocco nascita (azzurro/rosa) sul portone, fate in modo che quando tornerete a casa con il nascituro, il primogenito sia lì ad aspettarvi, è importante non trasferirlo da nonni/zii in modo da non sentirsi allontanato, abbandonato o usurpato del proprio spazio fisico e affettivo. Nel primo face to face permettetegli di toccarlo e di prenderlo in braccio da seduto e con voi al loro fianco, è la loro prima conoscenza, questo primo incontro sarà il loro punto di partenza ed il contatto tra i due bambini può evitare la gelosia nei confronti del nuovo venuto.
Ed ora che il nascituro si fa sentire con i suoi pianti, occupa il tempo soprattutto della mamma con le sue poppate, con i bagnetti, con il sonno, il primogenito dovrà imparare a dividere l’attenzione e l’amore dei genitori soprattutto perché il neonato vincola il loro tempo e pertanto domande come “possiamo restituirlo?” o “mamma te la puoi rimangiare?”, come mi disse mia figlia, sono espressioni sane di un proprio sentire, è importante accoglierle senza farsi abbattere o sconfortare da questa resistenza al nuovo arrivato, in fondo il primogenito deve trovare il suo nuovo posto all’interno della famiglia. La gelosia è comunque un’opportunità di crescita che può permettere al bambino di uscire più sicuro di sé laddove sia stato supportato ad esprimere il suo colorato mondo emotivo, portandolo ad una maturazione sociale ed emotiva. Imparare a gestire l’emozione della gelosia nel rapporto tra fratelli può essere considerata una sorta di palestra che permetterà (delle relazioni sociali più positive in età adulta) di gestire le relazioni interpersonali future.
La gelosia potrete vederla manifestarsi in molti modi in vostro figlio: si può assistere ad un aumento dei capricci, ad attacchi di “rabbiolite acuta”, pianti e lagne, sfide nei confronti dei genitori, l’insorgere di nuove paure così come si può assistere a delle regressioni come il tornarsi a fare la pipì addosso o al letto, il richiedere il ciuccio o il biberon, il mettersi il dito in bocca o ricominciare a parlare come un bimbo piccolo oppure compaiono somatizzazioni come mal di pancia, disturbi del sonno o inappetenza ed il tutto come espressione del bisogno costante di essere visto ed ascoltato nella propria sofferenza generata dall’insicurezza di poter perdere l’amore dei genitori: è il modo per dirvi “mamma e papà anche io sono ancora piccolo ed ho bisogno di voi”.
Per quanto possa sembrarvi difficile mantenere la calma soprattutto di fronte ad alcuni dei comportamenti citati è importante che restituiate serenità e soprattutto che facciate da specchio alle emozioni di vostro figlio verbalizzandole: “lo so è difficile per te non avere la mamma e il papà tutti per te come prima”, “vedo che sei arrabbiato/triste”, questo gli permetterà di essere riconosciuto nel suo mondo emotivo, invece il cedere alla tentazione di sgridarlo o punirlo offrirà solo una conferma al timore del bambino di non valere più l’amore dei genitori, per cui… armatevi di uno spirito zen e di tisane rilassanti e miscelate il tutto a tanta comprensione ed attenzioni ancora esclusive.
La figura del papà soprattutto in questi primi momenti si rileva indispensabile sia per sostenere emotivamente e fattivamente la compagna nell’accudimento del piccolino e sia per riservare al primogenito uno spazio fisico, emotivo e mentale per lenire la sensazione di essere trascurato.
Può risultare molto utile coinvolgere il primogenito nell’accudimento del fratellino in piccoli gesti come prendere il pannolino, passare il ciuccio o cantare una ninna nanna: questo potrà farlo sentire partecipe e non escluso nella nuova famiglia allargata ma sempre che non risulti una forzatura e senza comunque responsabilizzarlo troppo nel ruolo del fratello maggiore.
Non scordate di dedicare al figlio maggiore del tempo esclusivo di gioco ogni giorno senza la presenza del piccolino, in modo da fare esperienza che, nonostante i cambiamenti evidenti, la mamma e il papà ci sono sempre per lui.
Non nasciamo con il manuale del bravo genitore (magari!) ma è possibile allenarsi ad essere degli attenti osservatori dei comportamenti dei propri figli e qualora si noti un malessere troppo generalizzato che si ripercuote nel funzionamento personale, familiare, sociale e scolastico è possibile rivolgersi ad un professionista che possa valutare il tipo di disagio vissuto ed eventualmente capire le modalità di intervento da adottare.
Buona avventura familiare!
Carla Merola D’Elia