Imparare a scrivere è un’operazione molto complessa e per nulla spontanea
Poiché è un’operazione complessa, richiede l’acquisizione di specifici prerequisiti legati in particolare alla motricità globale e fine, alla coordinazione oculo-manuale, allo sviluppo adeguato del sistema percettivo e propriocettivo.
E poiché è un’operazione non spontanea, è necessario che al bambino vengano fornite indicazioni precise e strutturate su come devono essere eseguite le lettere, su come devono essere disposte nel foglio, oltre che su come deve essere impugnata la matita o la penna e su qual è la postura corretta.
Queste ultime indicazioni sono molto importanti perché l’affaticamento, tanto spesso riscontrabile nei bambini, è causato proprio da una contrattura di spalla, mano, braccio, dita favorita da una impugnatura e da una postura non funzionali.
Che cos’è la disgrafia
La disgrafia è un deficit del tracciato grafico, caratterizzato dall’incapacità di riprodurre correttamente, da un punto di vista grafo-motorio, i segni alfabetici e numerici in assenza di deficit neurologici o intellettivi. Si tratta cioè di un disturbo delle abilità esecutive che dà origine a prodotti grafici scadenti
Le scritture disgrafiche si presentano, infatti, come grafie poco leggibili, dai gesti maldestri, eccessivamente lente o eccessivamente veloci, irregolari o eccessivamente regolari in tutti i generi, disordinate, con legamenti interletterali mal compiuti. In generale, cioè, queste grafie presentano una cattiva conduzione del gesto e sono spesso associate a dolore agli arti (mano, braccio, spalla).
Le cause della disgrafia possono essere fatte risalire a due cause principali
La prima è il mancato raggiungimento di quei pre-requisiti che sono indispensabili per imparare a scrivere. In particolare il non adeguato sviluppo della motricità fine porta i bambini ad un uso parziale della mano e delle dita. Il nostro modo di vivere ha per altro ristretto in maniera considerevole l’ambito dei giochi, intesi a sviluppare proprio questo tipo di motricità.
La seconda causa della disgrafia deve essere fatta risalire ad una carenza del sistema scolastico, poco attento all’aspetto esecutivo della scrittura, che viene completamente trascurato. I bambini si trovano così ad automatizzare strategie errate che rendono la loro grafia faticosa e poco funzionale. A questo si aggiunge la scarsa attenzione per come si tiene in mano la matita e per come si sta seduti. Ma imparare a scrivere bene è come imparare a giocare a tennis. Per fare un buon tennista non è sufficiente fornire racchetta e pallina: è necessario insegnare come tenere racchetta e pallina e come utilizzarli affinché il tiro vada a segno.
Cosa fare
La riabilitazione ha due obiettivi principali e cioè l’acquisizione di una nuova consapevolezza psicomotoria, attraverso esercizi di rilassamento, tonificazione, coordinazione motoria, e l’acquisizione di una scrittura funzionale attraverso esercizi di tipo grafo-motorio.
Per fare questo il rieducatore lavora su tre livelli: motorio con esercizi per tonificare e dissociare braccia, mani, dita, posturale con l’impostazione di corretta postura e impugnatura, grafo-motorio con esercizi che utilizzino tecniche pittografiche e scrittografiche secondo criteri metodologici precisi.
Gli incontri durano 45/50 minuti e si svolgono 1 volta a settimana. I tempi del recupero dipendono da bambino a bambino.
Come si previene la disgrafia
Il lavoro di prevenzione è molto importante e può iniziare con semplici gesti quotidiani: impugnare correttamente le posate, allacciarsi i bottoni della camicia, allacciarsi le stringe, ecc. sono azioni che aiutano a sviluppare la motricità fine del bambino, oltre alla sua autonomia.
Ma un importante ruolo, in tal senso, lo svolge la scuola. A partire dal terzo anno della scuola dell’infanzia è possibile, seguendo programmi didattici specifici, la cui sperimentazione avviene oramai da qualche anno in più scuole, impostare impugnatura e postura e lavorare a livello grafo-motorio, con metodologie che accompagnano il bambino in maniera graduale all’acquisizione dei gesti base del corsivo.
Anche alla scuola primaria programmi didattici, che si occupano di pedagogia del gesto grafico, permettono al bambino di imparare a scrivere in corsivo in maniera funzionale con metodologie che partono dalle forme pre-scritturali per arrivare alla corretta impostazione della scrittura corsiva.
Maria Matera